La macchina dello scudo ter sta carburando. Almeno in termini di interesse da parte dei clienti che si rivolgono sempre più agli operatori specializzati per chiedere chiarimenti. Tuttavia, il passaggio dalla richiesta di informazioni alla compilazione del modulo di «dichiarazione riservata predisposto dall'Agenzia delle Entrate per attivare il rientro dei capitali non sarà così semplice», spiega Bruno Zanaboni, segretario generale dell'Associazione italiana private banking. Il perfezionamento delle operazioni richiede infatti tempi tecnici e burocratici, «soprattutto se si tratta di trasferimento di titoli e non semplicemente di liquidità», aggiunge Zanaboni. Tanto più che, a fronte di tempi piuttosto stretti (chi vuole utilizzare lo scudo ter ha a disposizione una finestra temporale che va dal 15 settembre al 15 dicembre), la circolare dell'Agenzia delle Entrate 43/E, contenente i chiarimenti relativi alla sanatoria fiscale, è stata diffusa il 10 ottobre. «Le modifiche e i chiarimenti del provvedimento sono state sostanziali fino a pochi giorni fa. La sensazione dell'industria è che le operazioni di rientro si formalizzeranno negli ultimi giorni disponibili», prosegue Zanaboni.
Ma come verranno investiti i capitali scudati? «La sensazione anche per questo scudo, così come per quelli passati, – spiega Zanaboni - è che i patrimoni rientrati vengono in una fase iniziale investiti in prodotti molto conservativi, mentre successivamente i clienti adotteranno un comportamento tradizionale da investitore. È probabile, però, che diversamente dai precedenti, in cui i patrimoni venivano considerati come una sorta di "pensione integrativa", una parte dei soldi rientrati sarà canalizzato nell'economia reale attraverso la ricapitalizzazione delle imprese e finanziamenti ai consumi».